Il Sildenafil e il Tadalafil, più noti con il loro nome commerciale Viagra e Cialis, ed altrifarmaci similari, sempre usati per risolvere diversi problemi erettivi, sono tutti farmaci capaci di rilasciare la muscolatura liscia dei vasi sanguigni e potenzialmente possono determinare una riduzione della pressione sanguigna.
Se si deve subire un intervento chirurgico, anche non complesso, bisogna semprecomunicare, senza inutili pudori o vergogne, al proprio anestesista che si fa uso di questi farmaci perché, se combinati con altri farmaci, utilizzati normalmente in un’anestesia durante un intervento chirurgico anche semplice, possono diventare pericolosideterminando una riduzione pressoria per altro non sempre facilmente prevedibile e comprensibile.
Queste raccomandazioni vengono ora ribadite dall’American Association of Nurse Anesthetists (AANA) che ancora consiglia sempre a tutti gli uomini, che fanno uso di tali farmaci, di sospenderli almeno 24 ore prima di un eventuale intervento chirurgico; questo per permettere al nostro organismo di “smaltire” in modo adeguato questo tipo di prodotti.
Comunque mai avere alcun imbarazzo nel comunicare al proprio anestesista che si prendono farmaci per superare un disturbo dell’erezione; l’anestesista ha bisogno di sapere queste informazioni per preparare una corretta e sicura strategia per ottenere una valida anestesia, mirata al particolare tipo d’intervento proposto.
I FRATELLI del Viagra preparano l'assalto. A giugno scade il brevetto italiano del farmaco più famoso e contraffatto del mondo e i produttori di generici stanno scaldando i motori. Almeno una decina di aziende sono pronte a accaparrarsi il loro pezzo di una torta molto ricca, da circa 73 milioni di euro all'anno.
Nel 2011 nel nostro paese il sildenafil era ancora il sesto principio attivo per giro di affari tra quelli di fascia C, per i quali ci vuole la prescrizione del medico ma sono a carico dei pazienti. In testa c'è un farmaco simile, il Cialis, che cura sempre i problemi di erezione. Seguono alcuni ansiolitici e il paracetamolo. L'apertura del mercato ai generici dovrebbe far abbassare il prezzo (oggi 53,85 euro per 4 compresse al dosaggio intermedio, 50 milligrammi) del 30-40%. Ma è difficile fare previsioni finché non si capirà quante aziende entreranno davvero nel mercato. Se i produttori sono tanti, e per alcune statine contro il colesterolo ce ne sono anche venti, la riduzione potrebbe essere più accentuata.
Sono passati 15 anni da quando il Viagra è entrato in commercio in Italia, con conseguenze sanitarie, ma anche di costume, dirompenti. La storia della pillola blu è fatta di record. Si stima che nel mondo venga presa una pasticca ogni sei secondi, a fine dicembre 2011 erano state vendute 2 miliardi e mezzo di pillole. L'incasso per il produttore, la Pfizer, è stato stimato in circa 2 miliardi di dollari all'anno. Nel giro di dieci anni nel nostro paese sono state acquistate 60 milioni di compresse, cioè 4.300 ogni mille uomini con più di 40 anni. Le città dove se ne consuma di più sono Pistoia, Roma e Rimini.
Di recente, il 3 gennaio, la Pfizer ha alzato il prezzo di vendita, cosa concessa dalla legge ogni due anni. Si cerca di guadagnare un po' di più negli ultimi mesi di monopolio, poi anche il produttore dovrà ridurre il prezzo. La fine del brevetto non avrà solo effetti sul mercato in farmacia ma anche su quello clandestino. Il Viagra è il farmaco più contraffatto o comunque acquistato tramite canali vietati. Sul commercio online si possono fare solo stime, ma a giudicare dai sequestri delle forze dell'ordine si ipotizza un mercato almeno doppio di quello legale. L'abbassamento dei prezzi secondo molti esperti colpirà anche il mercato clandestino, riducendolo.
I produttori si augurano che i consumi aumentino con il calo dei costi. "Sono convinto che succederà - spiega Vincenzo Gentile, ordinario di urologia a Roma e primario all'Umberto I - I pazienti sentono molto il prezzo, soprattutto in questo periodo di crisi. Non credo che con la caduta del brevetto ci si rivolgerà ai prodotti concorrenti. E poi il Cialis e il Viagra sono diversi. Il primo resta nel sangue più a lungo, fino a 18 ore, il secondo, come il Levitra ha una "emivita" di 7 o 8 ore". Comunque sarà sempre necessaria una prescrizione del medico per l'acquisto. "Il Viagra in questi anni ha sensibilizzato le persone ai problemi andrologici. La gente si fa visitare più di una volta. Dall'altro lato noi medici abbiamo dovuto vincere la tentazione di cavarcela davanti ai problemi erettili prescrivendo la pillola. In quel modo si rischiano di non vedere le malattie che possono stare dietro quella disfunzione".
Dalle scarpe al cibo, dagli smartphone ai gioielli, secondo le analisi di Transcrime il mercato europeo della contraffazione vale 40 miliardi di euro e non risparmia note griffe o farmaci
Dalle scarpe al cibo, dagli smartphone ai gioielli: in Europa il mercato della contraffazione vale 40 miliardi di euro e non risparmia note griffe o farmaci, come il Viagra. Quaranta miliardi di euro è la cifra che i cittadini dei 28 Stati membri sono disposti a spendere per non rinunciare agli oggetti dei propri desideri, pur in periodo di crisi economica.
A rivelarlo è un report di Transcrime, gruppo di ricerca dell’Università Cattolica di Milano, che ha raccolto i dati sui consumi nell’ambito dell’Unione Europea e sulle quote di mercato conquistate dall’industria della contraffazione, dietro la quale si celano interessi della criminalità organizzata continentale o cinese.
Su una spesa complessiva di 1.320 miliardi di euro nel 2013, gli europei hanno destinato quasi 9 miliardi di euro al falso. Potenzialmente sono pronti a spendere 40 miliardi, se si presentassero condizioni particolarmente vantaggiose.
Il primato nel mercato della contraffazione va ancora al cibo e alle bevande non alcoliche. Un miliardo e mezzo di euro è la spesa attuale degli europei per finte mozzarelle o vini prodotti in laboratorio, che di uva hanno ben poco. Nell’anno dell’Expo, dedicato al tema della nutrizione del pianeta, è ancora forte il richiamo del risparmi, che spingerebbe le famiglie a una spesa potenziale di 7 miliardi di euro l’anno.
Nel discount globale del tarocco, alle spalle del cibo ci sono elettrodomestici e prodotti tecnologici, con un potenziale di spesa di oltre sei miliardi di euro a testa. I Fake-phone hanno invaso l’Europa già dal 2011. Anche in Italia le indagini della Guardia di Finanza hanno portato alla scoperta di centinaia di Iphone6 con un sistema operativo Android. Quindi, sarebbe stato facile accorgersi della contraffazione. Ma l’occasione di potersi assicurare uno smartphone a cento euro ha fatto sì che gli acquirenti chiudessero un occhio.
Forni a microonde, aspirapolvere e persino frigoriferi vengono clonati dall’industria del falso e immessi su canali di vendita non convenzionali. Il “porta a porta”, ad esempio, è sotto accusa. Siti internet e televendite su emittenti televisive locali sono gli altri negozi virtuali in cui reperire questi prodotti.
In Europa la lotta alla contraffazione effettuata dalle forze dell’ordine e coordinata in alcune operazioni dall’Interpol, ha subìto un rallentamento tra il 2012 e il 2013. Secondo quanto riporta Transcrime, il numero di articoli sequestrati è calato del 10% mentre il numero delle operazioni è diminuito del 4%. L’Italia ha ridotto il numero di articoli sequestrati (-19%) e aumentato il numero totale di operazioni (+6%). La repressione si è concentrata su alcuni Paesi crocevia dei traffici illeciti, come il Portogallo, la Polonia, la Slovenia, la Lettonia e la Francia.
I principali prodotti contraffatti riguardano l’abbigliamento (12,3%) e i farmaci (10,1%). Nel settore del vestiario, le scarpe sportive prevalgono con il 17,9%.
Un sondaggio condotto a livello europeo ha rivelato che un acquirente su cinque ha scelto i prodotti contraffatti inconsapevolmente. La più grande quantità di acquisti inconsapevoli – e incauti – si è registrata nei Paesi dell’Est: in Romania, Lituania, Lettonia, Slovacchia e Ungheria. L’acquisto di un Rolex a 100 euro in una stradina di Bucarest o in un mercato di Napoli, non può definirsi propriamente inconsapevole.
Ogni anno gli italiani spendono quasi un miliardo di euro in merce contraffatta. Spendono di più in termini assoluti gli spagnoli, i francesi, i tedeschi e gli inglese. I consumi fake degli italiani sono lo 0,1% dei consumi complessivi delle famiglie. In testa per acquisto di prodotti tarocco, ci sono Lituania (0,7% dei consumi “legali”), Cipro (0,4%) Bulgaria, Grecia, Spagna e Romania (0,3%).
L’Italia detiene il primato per spesa in prodotti farmaceutici contraffatti, più di 140 milioni di euro. Il trend è in forte crescita, secondo quanto denunciato dall’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco. Per contrastare il fenomeno, dietro il quale si celano gli interessi della criminalità organizzata, è stata istituita una Task Force nazionale denominata “Impact Italia”. Ne fanno parte Aifa, Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Carabinieri dei NAS, Ministero dello Sviluppo Economico ed Agenzia della Dogane.
A tavola il Made in Italy può offrire le migliori eccellenze in ambito europeo, eppure il falso finisce nel carrello della spesa degli italiani, che spendono 195,8 milioni di euro in alimenti palesemente contraffatti o “italian sounding”, il cui nome ricorda quello originale, come il Parmesan, il Cascaval, i prosciutti di Parma o i pomodori San Marzano “cinesi”. E dopo un lato pasto, si può brindare con il prosecco made in Crimea, l’ultimo tarocco denunciato dalla Coldiretti.
La Spagna è leader nell’acquisto di giocattoli, gioielli, elettrodomestici capi di abbigliamento contraffatti (313 milioni di euro in valore assoluto). Settore, questo, in cui il Made in Italia perde 156 milioni di euro l’anno in favore delle false griffe.
In rapporto al Prodotto interno lordo, è la Lituania la patria del fake per cibo, tecnologie e calzature. La Bulgaria prevale nei farmaci (davanti a Lituania, Lettonia e Romania), Cipro nell’abbigliamento, negli elettrodomestici e in profumi e cosmetici. Il mercato dei falsi gioielli è florido in Lussemburgo, in rapporto al Pil, e in Spagna in termini assoluti.
Dal 17 ottobre la flibanserina è disponibile nelle farmacie americane. Una conquista per la parità di genere nella salute sessuale, o una vittoria delle lobby del farmaco?
Il giorno è arrivato: da sabato scorso, 17 ottobre, Addyi è ufficialmente in commercio negli Stati Uniti. Per l’occasione, ricostruiamo insieme la storia della flibanserina, il cosiddettoviagra femminile, un farmaco approvato lo scorso giugno dallaFood & Drug Administration dopo due rifiuti precedenti, legati alle scarse prove di efficacia e un alto rischio di effetti collaterali. Lungo la strada, Addyi ha suscitato infatti una lunga scia di polemiche, con molti medici ed esperti contrarialla sua commercializzazione, e alcune delle più importanti associazioni del femminismo americano schierate invece a favore di quella che per loro rappresenta una lotta per la parità di genere nella salute sessuale, in una campagna ha preso il nome di Even the Score.
Il farmaco vede la luce in Germania nel 1999 dai laboratori della casa farmaceutica Boehringer Ingelheim, e viene testato inizialmente come antidepressivo. Il trial, condotto su centinaia di volontari di entrambi i sessi, dimostra un’efficacia nulla della flibanserina sui problemi di umore, ma suggerisce un possibile, e modesto, effetto sulla libido femminile. Gli anni sono quelli in cui la Pfizer lancia il commercio uno dei maggiori successi dell’industria farmaceutica, il viagra, e quindi le possibilità commerciali di una controparte femminile sembrano da subito estremamente appetibili.
Nei 15 anni seguenti la Boehringer investì circa un miliardo di dollari per dimostrare l’efficacia della flibanserina nel trattamento dell’Hypoactive Sexual Desire Disorder (Hsdd), odisordine ipoattivo del desiderio sessuale, una disfunzionesessuale (abbastanza controversa) caratterizzata da una mancanza di desiderio e fantasie sessuali nel sesso femminile. I risultati degli studio, presentati la prima volta nel 2010, e poi una seconda nel 2013, non convinsero però l’Fda: il farmaco infatti aumenterebbe in media di 2,5 i rapporti sessualisoddisfacenti nell’arco di un mese, poco, visto che il placebo raggiungerebbe un aumento di 1,5. Gli effetti collaterali inoltre erano stati valutati solamente su 25 pazienti (di cui due sole donne), sei dei quali hanno riportato reazioni pericolose, comecapogiri, pressione bassa, svenimenti, e gravi interazioni con l’assunzione di alcolici.
Dopo due rifiuti consecutivi poteva sembrare il caso di arrendersi, ma il mercato continuava a presentare forti potenzialità per il farmaco sull’onda di una crescente attenzione per la Hsdd, e la Sprout Pharmaceuticals, azienda che ha acquistato il brevetto dalla Boeringher dopo il primo rifiuto della Fda, ha continuato a insistere. Anche grazie a una campagna nazionale supportata da associazioni come ilNational Council of Women’s Organizations, la JewishWomen International e la Nurse Practitioners in Women’s Health, che accusavano l’Fda di non tenere in adeguata considerazione la salute delle donne, a giugno l’agenzia ha cambiato opinione, approvando il farmaco con 16 voti a favore e 6 contrari.
Per le associazioni a favore della flibanserina si tratta di una conquista per una reale parità di genere nel campo della salute sessuale. Secondo molti esperti invece quello a cui si è assistito è una pericolosa vittoria degli interessi occulti delle case farmaceutiche sugli organi regolatori. Una lettera aperta, firmata da oltre 200 medici e scienziati, ha sottolineato infatti che i dati disponibili su l’Addyi parlino di effetti estremamente modesti e forti rischi di effetti collaterali. La stessa patologia che andrebbe a curare, la sindrome da disordine ipoattivo del desiderio sessuale, è accusata di essere una forma di disease branding, ovvero la medicalizzazione forzata di situazioni non patologiche, allo scopo di vendere farmaci inutili alla popolazione.
“Questa è una malattia inventata dalle aziende farmaceutiche: chi decide qual è un livello normale di libido?”, ha commentato su Mashable Adriane Fugh-Berman, direttrice del programmaPharmedOut della Georgetown University, dove analizza l’influenza delle case farmaceutiche sui mezzi di informazione e operatori sanitari. “La stessa diea di accusare l’Fda di sessismo è assurda, e non è femminismo utilizzare standard inferiori quando si tratta la salute delle donne, che quello che hanno chiesto i promotori della campagna per l’approvazione dell’Addyi”.
Il Viagra non cura solo l’impotenza ma fa anche dimagrire. Almeno questo è quello che sostengono alcuni scienziati tedeschi e cinesi che hanno compiuto degli studi.
Secondo le ricerche di questi studiosi, la piccola pillola blu permetterebbe al grasso del corpo di essere utilizzato invece che di essere accumulato.
Studi precedenti avevano trovato che i topi trattati con il farmaco per lunghi periodi avevano meno probabilità di diventare obesi.
I ricercatori dell’Università di Bonn, in Germania, hanno dato il Viagra a dei topi per sette giorni e poi hanno misurato gli effetti del farmaco sulle cellule di grasso.
Hanno scoperto che il medicinale trasformava il grasso, producendo il grasso beige, che, un po’ come il grasso marrone, brucia energia dal cibo e la converte in calore.
Degli scienziati, in Cina, nell’ospedale di Wuhan, stanno ora testando questa teoria sugli esseri umani. Un gruppo di 40 uomini è stato diviso in due, uno è stato trattato con una pillola di viagra tre volte al giorno, per una settimana, e l’altro ha assunto una pillola placebo.
I risultati del test sui topi sono stati pubblicati sul ‘Journal of the Federation of American Societies for Experimental Biology’.
I ricercatori ritengono che il Viagra sia in grado di “sciogliere” il grasso cattivo (ossia quello bianco), favorendo il dimagrimento.
In relazione all’impotenza, il farmaco, usato per trattare la disfunzione erettile, rilassa i muscoli del pene aumentano il flusso di sangue in quell’area.
La Food and Drug Administration americana ha approvato ufficialmente il primo farmaco che tratta i problemi di libidodelle donne. Già ribattezzato Viagra femminile, o Viagra rosa, laflibanserina riguarda disordini che si stima colpiscano una donna su dieci, quelli da “desiderio sessuale ipoattivo”, una mancanza di desiderio in un periodo più o meno lungo che può provocare stress, problemi interpersonali e in alcuni casi depressione. La nota ufficiale della Fda parla di uso per le donne in pre-menopausa. Un percorso, quello di approvazione dell’Addyi, prodotto realizzato dalla Sprout Pharmaceutical nei primi anni del Duemila, piuttosto accidentato, dato che si conclude solo oggi (ultimo giorno burocraticamente utile), dopo essere stato interrotto due volte a causa di pareri negativi di un comitato consultivo. Di recente, poi, c’è stato il voto a favore di 18 membri del comitato contro 6.
Anche se è soprannominato Viagra femminile, sono diverse le differenze rispetto al più famoso farmaco per trattare i problemi erettili maschili.
Innanzitutto, la pillola di flibanserina andrebbe assunta ogni sera e non prima dell’atto sessuale (come il Viagra), preferibilmente poco prima di andare a dormire. Un’indicazione, questa, che mira a ridurre gli eventuali problemi di pressione bassa e sonnolenza/sedazione che può causare.
Inoltre, il Viagra è un farmaco usato per trattare la disfunzione erettile che segue un meccanismo semplice per un problema fisico semplice: invia più sangue al pene per tenerlo eretto e presuppone che sia presente il desiderio sessuale. “Un accurato equivalente femminile del Viagra avrebbe dovuto, al limite, agire direttamente sul clitoride” ha commentato Andrew Thomson, psicologo dell’Università della Virginia. La flibanserina, invece, non lavora sui genitali, ma sui recettori del cervello e mira proprio ad aumentare il desiderio sessuale.
La pillola è stata infatti originariamente usata per trattare la depressione e, inizialmente, gli scienziati temevano che avrebbe diminuito, e non promosso, il desiderio sessuale. La sostanza è infatti un agonista 5HT1A e 5HT2A, e condivide meccanismi comuni con l’antidepressivo buspirone. Come agonista 5HT1A promuove il rilascio di dopamina, legata ai meccanismi di piacere e appagamento. Inoltre, la flibanserina promuove anche il rilascio di noradrenalina, che entra in gioco quando si presenta uno stimolo esterno. Al di là di questi dati tecnici, comunque, nessuno è veramente certo di come il farmaco riesca a sollecitare il desiderio sessuale femminile, qualcosa di più sfumato e complicato di un’erezione, essendo il risultato di una danza tra più neurotrasmettitori.
Non mancano, naturalmente, gli effetti collaterali, che hanno alimentato il dibattito sulla flibanserina nei mesi scorsi. Il farmaco può causare ipotensione e perdita di coscienza, rischio che aumenta sensibilmente quando c’è interazione con alcool, la cui assunzione durante il trattamento è perciò controindicata.
È interessante notare, infine, come si conclude il comunicato della Fda: “L’Addyi (flibanserina) è un agonista recettore 1A della serotonina e antagonista recettore 2A, ma il meccanismo per cui il farmaco migliora il desiderio sessuale e i relativi disturbi è sconosciuto”. Segno che, forse, il desiderio sessuale femminile è destinato a restare un mistero.
Singolare caso di contraffazione alimenti in Cina: trovate tracce di Viagra in un noto liquore locale. Due distillatori della regione sud-occidentale dello Guangxi sono finiti sotto inchiesta con il sospetto che abbiano volontariamente "corretto" i loro prodotti con lo Sildenafil per aumentarne il vigore. Negli stessi stabilimenti è stata ritrovata, appunto, anche polvere di Sildenafil, il principio attivo contro l'impotenza sviluppato dalla Pfizer commercializzato sotto forma di Viagra.
Le autorità cinesi hanno ordinato la confisca di 5.357 bottiglie, di tre tipologie diverse: 1124 kg di alcol da ritirare dagli scaffali entro il 15 agosto.
Il prodotto di Menarini, storica casa farmaceutica italiana, abbatte ogni ritrosia di utilizzo per la suarapidità di azione, che favorisce la spontaneità nella vita sessuale degli 1,5 milioni di italiani che soffrono di disfunzione erettile. Battuti i prodotti analoghi di Pfeizer e Eli Lilly
Firenze – Le compresse di pillole ‘dell’amore’ vendute in Italia nell’ultimo anno sono state ben 1,2 milioni, circa 4.000 al giorno. Questi i numeri resi noti durante il BEST 2015, il meeting nato per mettere a confronto gli specialisti della Società Italiana di Andrologia (Sia), della Società Italiana di Andrologia e Medicina Sessuale (Siams) e della Società Italiana di Urologia (Siu) in merito al prodotto farmaceutico messo a punto dalla storica casa farmaceutica Menarini.
La sua rapidità d’azione – funziona entro 15 minuti dall’assunzione – ha reso la pillola altrettanto rapida a imporsi nel panorama dei farmaci anti-impotenza.
Gli italiani in cura per disfunzione erettile sono circa un milione e mezzo: circa il 50% di loro (600mila) però temono gli effetti collaterali dei farmaci ‘classici’ (tipo Viagra di Pfeizer o Cialis di Eli Lilly) e non ne sono soddisfatti, perché obbligano a una ‘programmazione’ dei rapporti sessuali che viene ritenuta innaturale e non favorevole a una spontanea vita sessuale.
La pillola dell’amore italiana, invece, svincola il paziente dalla necessità di effettuare questa ‘pianificazione’, consentendo un più piacevole fluire della propria ars amandi.
“Avanafil ha un profilo d’azione adatto a colmare un ‘vuoto’ nelle attuali terapie della disfunzione erettile – spiega Giorgio Franco, presidente Sia – È sicura e facile da assumere, risulta ben tollerata anche al dosaggio più alto di 200 mg ed è efficace anche in presenza di una disfunzione erettile di grado severo”.
“Menarini da sempre investe molto nella ricerca ed è alleata del medico della sessualità nella cura delle patologie uro-andrologiche per la capacità di impatto sui bisogni non ancora soddisfatti del paziente”, commenta Vincenzo Mirone, segretario generale Siu. “Best è l’occasione per riunire i massimi esperti italiani di andrologia, un’eccellenza riconosciuta e accreditata”, aggiunge Emmanuele A. Jannini, presidente Siams.