Dall’iphone al Viagra, il mercato dei falsi vale 40 miliardi
Dalle scarpe al cibo, dagli smartphone ai gioielli, secondo le analisi di Transcrime il mercato europeo della contraffazione vale 40 miliardi di euro e non risparmia note griffe o farmaci
Dalle scarpe al cibo, dagli smartphone ai gioielli: in Europa il mercato della contraffazione vale 40 miliardi di euro e non risparmia note griffe o farmaci, come il Viagra. Quaranta miliardi di euro è la cifra che i cittadini dei 28 Stati membri sono disposti a spendere per non rinunciare agli oggetti dei propri desideri, pur in periodo di crisi economica.
A rivelarlo è un report di Transcrime, gruppo di ricerca dell’Università Cattolica di Milano, che ha raccolto i dati sui consumi nell’ambito dell’Unione Europea e sulle quote di mercato conquistate dall’industria della contraffazione, dietro la quale si celano interessi della criminalità organizzata continentale o cinese.
Su una spesa complessiva di 1.320 miliardi di euro nel 2013, gli europei hanno destinato quasi 9 miliardi di euro al falso. Potenzialmente sono pronti a spendere 40 miliardi, se si presentassero condizioni particolarmente vantaggiose.
Il primato nel mercato della contraffazione va ancora al cibo e alle bevande non alcoliche. Un miliardo e mezzo di euro è la spesa attuale degli europei per finte mozzarelle o vini prodotti in laboratorio, che di uva hanno ben poco. Nell’anno dell’Expo, dedicato al tema della nutrizione del pianeta, è ancora forte il richiamo del risparmi, che spingerebbe le famiglie a una spesa potenziale di 7 miliardi di euro l’anno.
Nel discount globale del tarocco, alle spalle del cibo ci sono elettrodomestici e prodotti tecnologici, con un potenziale di spesa di oltre sei miliardi di euro a testa. I Fake-phone hanno invaso l’Europa già dal 2011. Anche in Italia le indagini della Guardia di Finanza hanno portato alla scoperta di centinaia di Iphone6 con un sistema operativo Android. Quindi, sarebbe stato facile accorgersi della contraffazione. Ma l’occasione di potersi assicurare uno smartphone a cento euro ha fatto sì che gli acquirenti chiudessero un occhio.
Forni a microonde, aspirapolvere e persino frigoriferi vengono clonati dall’industria del falso e immessi su canali di vendita non convenzionali. Il “porta a porta”, ad esempio, è sotto accusa. Siti internet e televendite su emittenti televisive locali sono gli altri negozi virtuali in cui reperire questi prodotti.
In Europa la lotta alla contraffazione effettuata dalle forze dell’ordine e coordinata in alcune operazioni dall’Interpol, ha subìto un rallentamento tra il 2012 e il 2013. Secondo quanto riporta Transcrime, il numero di articoli sequestrati è calato del 10% mentre il numero delle operazioni è diminuito del 4%. L’Italia ha ridotto il numero di articoli sequestrati (-19%) e aumentato il numero totale di operazioni (+6%). La repressione si è concentrata su alcuni Paesi crocevia dei traffici illeciti, come il Portogallo, la Polonia, la Slovenia, la Lettonia e la Francia.
I principali prodotti contraffatti riguardano l’abbigliamento (12,3%) e i farmaci (10,1%). Nel settore del vestiario, le scarpe sportive prevalgono con il 17,9%.
Un sondaggio condotto a livello europeo ha rivelato che un acquirente su cinque ha scelto i prodotti contraffatti inconsapevolmente. La più grande quantità di acquisti inconsapevoli – e incauti – si è registrata nei Paesi dell’Est: in Romania, Lituania, Lettonia, Slovacchia e Ungheria. L’acquisto di un Rolex a 100 euro in una stradina di Bucarest o in un mercato di Napoli, non può definirsi propriamente inconsapevole.
Ogni anno gli italiani spendono quasi un miliardo di euro in merce contraffatta. Spendono di più in termini assoluti gli spagnoli, i francesi, i tedeschi e gli inglese. I consumi fake degli italiani sono lo 0,1% dei consumi complessivi delle famiglie. In testa per acquisto di prodotti tarocco, ci sono Lituania (0,7% dei consumi “legali”), Cipro (0,4%) Bulgaria, Grecia, Spagna e Romania (0,3%).
L’Italia detiene il primato per spesa in prodotti farmaceutici contraffatti, più di 140 milioni di euro. Il trend è in forte crescita, secondo quanto denunciato dall’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco. Per contrastare il fenomeno, dietro il quale si celano gli interessi della criminalità organizzata, è stata istituita una Task Force nazionale denominata “Impact Italia”. Ne fanno parte Aifa, Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Carabinieri dei NAS, Ministero dello Sviluppo Economico ed Agenzia della Dogane.
A tavola il Made in Italy può offrire le migliori eccellenze in ambito europeo, eppure il falso finisce nel carrello della spesa degli italiani, che spendono 195,8 milioni di euro in alimenti palesemente contraffatti o “italian sounding”, il cui nome ricorda quello originale, come il Parmesan, il Cascaval, i prosciutti di Parma o i pomodori San Marzano “cinesi”. E dopo un lato pasto, si può brindare con il prosecco made in Crimea, l’ultimo tarocco denunciato dalla Coldiretti.
La Spagna è leader nell’acquisto di giocattoli, gioielli, elettrodomestici capi di abbigliamento contraffatti (313 milioni di euro in valore assoluto). Settore, questo, in cui il Made in Italia perde 156 milioni di euro l’anno in favore delle false griffe.
In rapporto al Prodotto interno lordo, è la Lituania la patria del fake per cibo, tecnologie e calzature. La Bulgaria prevale nei farmaci (davanti a Lituania, Lettonia e Romania), Cipro nell’abbigliamento, negli elettrodomestici e in profumi e cosmetici. Il mercato dei falsi gioielli è florido in Lussemburgo, in rapporto al Pil, e in Spagna in termini assoluti.