Acquistarli è semplicissimo. Basta digitare in Google il nome di qualche farmaco per la disfunzione erettile che compaiono infiniti siti internet. Spesso è proprio il motore di ricerca, a suggerirti di aggiungere “senza ricetta” mentre digiti. Viagra, Cialis, Levitra e tutti i generici: le pillole che aiutano l’uomo a fare l’amore sono a portata di click. Alcuni siti offrono pure il bonus: acquisti 10 pillole da 10 milligrammi e te ne regalano quattro di un’altra marca e pure l’assicurazione per la spedizione. Altri ti fanno lo sconto sul pacchetto, anche fino al 50%. Tutto trasparente: i siti specificano il costo per pillola, i pagamenti sono garantiti. Arrivano direttamente a casa tua attraverso corriere con tracciabilità dai 5 giorni alle tre settimane. I costi della spedizione vanno dagli 8-9 euro ai 25.
DALL’INDIA E CINA
Quelli per le disfunzioni erettili sono i primi farmaci che gli italiani acquistano online, in continuo ed esplosivo aumento. Edoardo Mazzilli è funzionario delegato dell’ufficio investigazioni della direzione generale Antifrodi dell’Agenzia delle Dogane. Racconta a Libero che nel 2016 hanno scoperto 600mila farmaci falsi, contraffatti o falsificati. E soltanto nei primi mesi del 2017 ne hanno pizzicati altri 350mila. «Più del 50% di questi sono farmaci a base di avanafil, sildenafil, tadalafil, vardenafil (i principi attivi dei farmaci per le disfunzioni erettili, ndr)», spiega il funzionario, «e solo dopo vengono i farmaci per il dimagrimento, per lo sviluppo della massa muscolare, e gli integratori alimentari».
Almeno trecentomila farmaci per l’erezione provenienti da paesi extra Ue sono passati dalla Dogana italiana. E poi ci sono quelli che sono arrivati direttamente a casa degli italiani. Pacchetti piccolissimi, non certo grandi quantità. Funzionari ed agenti ce la mettono tutta, hanno attivato controlli incrociati su pacchi sospetti e allertano le nostre forze dell’ordine. «Noi stessi facciamo controlli a campione sulla merce anche già sdoganata«, dice Mazzilli, «e grazie a una convenzione che lega tutte le amministrazioni doganali europee ci vengono segnalate le spedizioni ritenute a rischio, ci coordiniamo con i Carabinieri del Nas”.
In gergo medico si chiamano “inibitori della PDE5” e per questi farmaci occorrerebbe la prescrizione del medico: all’Agenzia italiana del farmaco sottolineano che «è limitata ai pazienti con disfunzione erettile neurogena da lesione incompleta del midollo spinale o del plesso pelvico, di origine traumatica, infiammatorio/degenerativa o iatrogena». Con internet, si aggira l’incontro con il dottore di famiglia, si resta del tutto anonimi e, forse, si cerca di nascondere l’acquisto anche alla consorte. Grazie alle offerte, si risparmia anche qualche euro. Si compra online «in parte a causa dell’imbarazzo dei pazienti con disfunzione erettile, ma in parte per la voglia di sperimentare pillole che si pensa possano migliorare le prestazioni sessuali», dice Vincenzo Mirone, segretario generale della Società italiana di urologia. Il problema è che si può rischiare in salute.
Oltre a non conoscere il dosaggio giusto per te, quando fai click per comprare non puoi sapere da dove provengano quei farmaci. Mazzilli spiega che quelli intercettati alle Dogane arrivano per il 70% dall’India «perché ha un’industria chimico-farmaceutica molto sviluppata». Poi c’è la Cina, il Kenya, Singapore… ma tu quando che compri non lo sai. Non c’è scritto da nessuna parte.
Lo stesso direttore dell’Ufficio qualità prodotti dell’Agenzia italiana del farmaco spiega che «è impossibile certificare la qualità dei farmaci venduti da siti web non autorizzati: non è possibile stabilirne la provenienza, come siano stati fabbricati e cosa contengano. Le analisi su alcuni sequestri hanno rilevato, ad esempio, la presenza di gesso e vernice stradale. L’offerta illegale è varia e comprende prodotti senza ingredienti attivi, con principi attivi diversi da quanto dichiarato e, in alcuni casi, sostanze tossiche». Oppure succede che la pillola imita gli effetti del prodotto originale, «così che il consumatore non si accorga immediatamente della falsificazione».
FARMACIE ILLEGALI
Mirone ricorda che da analisi dell’Organizzazione mondiale della sanità emerge che «solo l’1% è una copia esatta del prodotto originale. Il 32% non presenta alcun principio attivo, il 21,4% ne contiene uno diverso da quello dichiarato, il 20,2% presenta un dosaggio errato. In alcune pillole potrebbe esserci lucidante per il pavimento, veleno per topi o nickel o impurità dannose per l’organismo».
Nel 2017 sono già state chiuse più di 6mila farmacie illegali online, sono 20mila quelle bloccate nel 2016. Un regolamento italiano entrato in vigore due anni fa prevede infatti che le farmacie possano vendere su internet medicinali senza obbligo di prescrizione e farmaci da banco solo se iscritti a un registro, consultabile da tutti sul sito del ministero della Salute. Anche in questo caso vale il principio secondo cui, essendoci di mezzo la salute, è sempre meglio rivolgersi al proprio medico prima di lanciarsi in acquisti poco sicuri sul web.
Ormai dobbiamo abituarci: ci sono fake news e fake news: ci sono le “bufale cattive”, quelle che disinformano, che “fuorviano” l’opinione pubblica (dal pensiero omologato dominante) , e “bufale buone”, quelle che non si devono chiamare bufale, quelle notizie false che non sono proprio false false… mi spiego: non sono le notizie a non esser vere, è la realtà che si ostina a non volersi adeguare all’ideologia.
E così, se parlano le femministe, tutto quel che dicono va preso come oro colato.
Poi però si scopre che è tutta una bufala…
La Big Pharma, per esempio ha diffuso delle notizie false. Già nel 2015 scrivevamo criticamente del “Viagra rosa” e del suo scarso successo.
Una piccola azienda, la Sprout Pharmaceuticals, era stata venduta alla Valeant per un miliardo di dollari: il prodotto principale della Sprout era Addyi (flibanserina), un farmaco approvato dalla FDA per aumentare la bassa libido femminile: una sorta di viagra per donne, appunto.
Dice BioEdge che la Valeant in realtà ha speso tanto perché la Sprout aveva gestito una campagna altamente professionale di lobbying per fare pressione sulla FDA affinché approvasse un farmaco che ha dimostrato di essere molto costoso, molto scomodo, molto pericoloso e inefficace. Tant’è vero che Addyi è stato un fallimento commerciale.
Ma, secondo PharmedOut , un progetto della Georgetown University Medical Center la cosa grave che la vicenda ha dimostrato è che la FDA può essere indotta ad approvare un farmaco, anche se cattivo, grazie a pubbliche relazioni guidate in modo intelligente, soprattutto se condite di ideologia che fa perdere di vista il sano senso della realtà.
E ci vengono subito in mente le varie pillole anticoncezionali e abortive; gli ormoni per bloccare la pubertà…
La Sprout aveva assunto un’agenzia specializzata, la Blu Engine per fare pressione sulla FDA. Ha addirittura inventato una patologia, il “disturbo da desiderio sessuale ipoattivo “, e ha montato un falso movimento femminista che per la “parità di genere”, chiedeva anche per le donne una sorta di Viagra. Sono stati ingaggiati lobbisti come l’ex direttore dell’Ufficio della FDA che si occupava di salute femminile, e ha reclutato (pagato) decine di gruppi di consumatori che testimoniassero a favore di Addyi.
Subito dopo l’approvazione della FDA il sito web del movimento femminista che chiedeva il “Viagra rosa” è scomparso.
Magari la prossima volta sarà il caso che le decisioni che davvero incidono sulla salute pubblica vengano prese in modo oggettivo e non ideologico: per la “parità di genere” si accetta tutto, si approva tutto e anche le bufale diventano “buone”.
I media sono corresponsabili del danno che Addyi ha arrecato alla salute pubblica, perché quando parlano gruppi femministi (anche quando sono “finti”) si mettono sull’attenti e fanno da grancassa, a prescindere da quella che è la sana realtà.
Dal viagra agli anoressizzanti, dagli anabolizzanti agli integratori alimentari. Sono già 6mila le farmacie illegali chiuse sul web nei primi mesi del 2017 e oltre 20mila quelle bloccate nel 2016. La fotografia sul fenomeno della vendita online di farmaci falsi è stata scattata ieri, a Roma, da Federfarma Servizi, in collaborazione con la Società Italiana di Urologia (Siu).
Un fenomeno in cui sono soprattutto gli uomini italiani a navigare senza bussola. Perchètra tutti i prodotti, i più venduti – quasi 7 su 10 – sono “pillole dell’amore”. Ovvero, farmaci contro la disfunzione erettile. Cui seguono anabolizzanti e farmaci anticancro (sempre per tumori tipici di patologie maschili).
«È soprattutto una questione culturale – osserva Vincenzo Mirone, segretario Siu – che nasce, in parte, dagli imbarazzi dei pazienti nel parlare al medico delle difficoltà e di eventuali disturbi e sintomi legati alla sfera dell’andrologia e della sessuologia. Poi ci sono certamente i costi minori di questi prodotti. Infatti, appena 1 su 10 contiene il principio attivo in dose adeguata, alcuni ne hanno il doppio e il 25% non ne contiene affatto. E i rischi sono enormi».
I prodotti acquistati sul web, aggiunge Mirone, «possono contenere tracce di altri principi attivi che mettono a repentaglio la salute, come gli ipoglicemizzanti. Inoltre nell’8,5% si trovano impurità pericolose, dall’arsenico al veleno per topi, dall’acido borico alle polveri di cemento». Infine, c’è il rischio che i primi segnali di una patologia cardiovascolare o tumorale curata con farmaci inadeguati, se non dannosi, in completo “fai da te”, possa peggiorare le condizioni. «Questi siti – spiega Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi – si moltiplicano, sfuggono ai controlli e si nascondono fra le maglie della rete. Inoltre, l’uso dei social come canale di promozione sta aumentando soprattutto per la diffusione illegale di farmaci innovativi ad alto costo».
Nel 2016, nell’operazione “Pangea” IX sono state sequestrate, in 103 Paesi, 12 milioni di unità di farmaci illegali o contraffatte, di cui circa 80mila in Italia.
L’indagine Aifa-Università La Sapienza
Ma ieri a Roma è stata anche presentata un’indagine condotta dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e l’Università “La Sapienza” di Roma su un campione di mille internauti, dalla quale emerge che oltre il 41% degli intervistati valuta positivamente l’acquisto di farmaci online. Inoltre, il 43,4% ritiene il web
una fonte molto sicura cui rivolgersi per comprare medicinali. E questo a prescindere dal fatto che sul sito web vi sia o meno il “bollino di qualità” del ministero della Salute, creato per identificare la farmacie autorizzate alla vendita di medicinali online, ma ancora poco conosciuto.
«È impossibile – sottolinea Domenico Di Giorgio, direttore Ufficio Qualità Prodotti dell’Aifa – certificare la qualità dei farmaci venduti da siti web non autorizzati, poiché non è possibile stabilire da dove provengano, come siano stati fabbricati e cosa contengano. Le analisi su alcuni farmaci sequestrati hanno rilevato, ad esempio, la presenza di gesso e vernice stradale».
Il sistema «Fakeshare»
Di qui il progetto di Federfarma Servizi e Siu “Pillole Fakeshare”, che si inserisce nella campagna europea Fakeshare per il contrasto della vendita illegale di farmaci. Online dal 2015 l’interfaccia pubblica di “Fakeshare” è la piattaforma web coordinata dall’Aifa e cofinanziata dalla Commissione Europea (con oltre 350mila euro) per contrastare il commercio illegale di farmaci su Internet.
L’intento è stato quello di coordinare e ottimizzare, attraverso i sistemi di information technology, le iniziative di contrasto portate avanti dai singoli Paesi, arrivando a una gestione condivisa degli interventi di monitoraggio sulle farmacie web, per fare da supporto alle forze di polizia nelle attività di blocco e oscuramento dei siti illeciti.
Il progetto Fakeshare ha permesso di creare un repertorio di best practices a disposizione di tutti i soggetti che si dedicano alle attività di intelligence e contrasto della contraffazione nei diversi Paesi europei.
I farmaci contraffatti – provenienti prevalentemente da Giappone, Cina, India, Messico e Taiwan – rappresentano, a livello mondiale, circa il 10% del totale prodotto e riguardano sia i generici che quelli di marca.
In principio fu il Viagra, ma tra la somministrazione e l’efficacia bisognava aspettare circa un’ora. Ora, se volete accelerare i tempi, arriva il francobollo dell’amore.
Si tratta di un cerotto da scogliere in bocca circa 15 minuti prima dell’appuntamento galante. Il farmaco non richiede l’utilizzo di acqua, non serve essere a digiuno per ingerirlo ed è più “discreto” da tenere in tasca.
La notizia è stata da commentata da Luciana Littizzetto e Vic nell’ultima puntata del programma La Bomba.
A distanza di 9 mesi da quel 2-1 di Francia – Islanda, record storico di epidurali: il legame è ovvio…
Che il sesso potesse avere qualche legame con il calcio già lo si immaginava. Ma che addirittura potesse incrementare in questa maniera il tasso di nuove nascite ha dell’incredibile. Succede esattamente in Islanda, dove si sta assistendo ad un baby boom da record. Tante, troppe nascite, da record. Il legame con il calcio è semplice: nove mesi fa, infatti, la Nazionale di questo Paese ha compiuto una storica impresa, umiliando quella inglese.
Baby boom in Islanda. Erano gli Europei di calcio in Francia, ricordate?
Furono Sigurdsson e Sigthorsson a ribaltare il vantaggio iniziale di Rooney su rigore, per il finale 2-1 che proiettò la squadra allora allenata da Lars Lagerback verso la storia. Ebbene, a quanto pare i festeggiamenti si sono spostati dagli stadi alle piazze, per poi proseguire nelle proprie abitazioni. A letto, tra le lenzuola. In compagnia. Ovviamente.
Era il 26 giugno 2016 quando la formazione dell’Islanda sconfisse a Nizza gli ex campioni del mondo, eliminandoli dal torneo. Qualche quotidiano internazionale intitolò l’episodio come “la Brexit del calcio”. A nove mesi esatti rivela la notizia in un tweet il dottor Asgein Petur, il messaggio finisce sul giornale Visir e viene ripreso ovunque. E’ stato infatti somministrato ai pazienti degli ospedali del Paese il numero più alto della storia di epidurali, l’anestesia spinale che viene utilizzata durante i parti. E quindi di nascite. Quasi meglio del viagra, insomma.
Farmaci generici, gli elenchi dei brevetti prossimi alla scandenza
2017
ROSUVASTATINA (Crestor)
RUPATADINA (Pafinur)
OLMESARTAN(Olmetec)
DUTASTERIDE (Avodart/Duagen)
TADALAFIL (Cialis)
BIMATOPROST
CASPOFUNGIN
BOSENTAN
ERTAPENEM
TRAMADOLO + PARACETAMOLO
ETORICOXIB (Algix/Arcoxia)
TIGECICLINA
PEGFILGRASTIM (Neulasta)*
ABATACEPT (Orencia)
OLOPATADINA
VALGANCICLOVIR
2018
EVEROLIMUS (Certican)
ADALIMUMAB (Humira)
EZETIMIBE (Ezetrol)
SILODOSOSINA
EFAVIRENZ/EMTRICITABINA/TENOFOVIR
APREPIPANT
SOLIFENACINA
2019
ATAZANAVIR (Reyataz)
BORTEZOMIB (Velcade)
ABACAVIR/LAMIVUDINA (Kivexa)
POSACONAZOLO
GEFITINIB
CINACALCET CLORIDRATO
TALIDOMIDE
FOSAMPRENAVIR SALE DI CALCIO
VINFLUNINA
È boom in Europa del fai da te per le pillole dell’amore al maschile contro la disfunzione erettile: oltre 100 milioni sono infatti quelle vendute nel 2016 senza ricetta nei canali non ufficiali e persino nei sexy shop, di cui circa 19 milioni in Italia. Lo dimostra lo studio internazionale Erectile Dysfunction European Users Survey coordinato da Emmanuele A. Jannini dell’Università di Roma Tor Vergata, presentato al Congresso della European Association of Urology (Eau) in corso a Londra.
“Necessario un utilizzo più responsabile”
I dati della prima indagine europea sull’utilizzo dei farmaci contro la disfunzione erettile raccolti su circa 1000 uomini di 7 Paesi, fra cui l’Italia, dimostrano dunque, avvertono gli urologi, come sia necessario un utilizzo “più consapevole e responsabile” di tali medicinali, contro una dilagante tendenza al “fai da te”. I numeri, rileva l’indagine, lo dimostrano: oltre 100 milioni le pillole vendute senza ricetta, online o attraverso canali diversi dalla farmacia; di queste, circa 3 milioni e mezzo sono vendute nei sexy shop di cui oltre 600 mila in Italia. Poco più di 70 milioni sono invece le pillole dell’amore vendute dopo diagnosi e prescrizione medica.
In Europa 180 milioni di pillole
Complessivamente, circa 180 milioni sono le pillole contro la disfunzione erettile vendute nel 2016 di cui 33,6 milioni in Italia. Quanto al disturbo, sono oltre 30 milioni gli europei con disfunzione erettile, di cui 3 milioni italiani. Ma solo il 40% di chi utilizza i farmaci per la disfunzione erettile, avvertono gli urologi, ha avuto una diagnosi: la maggioranza li sceglie per avere performance sessuali migliori o perché sa di avere un problema ma non ha mai avuto il coraggio di parlarne al medico.
Diffuso tra i più giovani
I “performer” sono in media più giovani rispetto ai pazienti con diagnosi e più spesso acquistano i farmaci anche sul web e perfino nei sexy shop; anche per questo sono più insoddisfatti dell’uso delle pillole dell’amore, che risultano meno efficaci perché non inserite in un corretto piano terapeutico. Dallo studio emerge invece che i farmaci di seconda generazione, come avanafil, sono meno spesso coinvolti nel ‘fai da te’ e più spesso prescritti dal medico dopo la diagnosi. Chi dichiara l’uso di questi medicinali rappresenta tuttavia la punta di un iceberg: la disfunzione erettile, affermano gli esperti, “è tuttora un problema sotto-diagnosticato e scarsamente trattato”.
La pillola blu, il futuro della cura delle malattie cardiache
Recenti studi di Metabolomica effettuatti alla Tuscia rivelano che il viagra: ''non solo, ma protegge il cuore''.
Il sildenafil, nota anche come pillola blu, sviluppata per chi ha problemi in camera da letto, pare abbia effetti oltre sulla sfera sessuali anche sul cuore. Diversi studi lo vedono già come trattamento alle malattie cardiache. Nei farmaci comunemente utilizzati per trattare la disfunzione erettile, l’ingrediente principale è un principio attivo chiamato inibitore della Fosfodiesterasi-5 (PDE5i), che impedisce il rilassamento del tessuto muscolare liscio. L'inibizione della stessa PDE5 nel cuore ha indotto a indagare ed a svolgere ricerche sulle sue potenzialità nel trattare condizioni non urologiche.
Già diversi studi clinici hanno evidenziato che il Viagra può essere utilizzato come trattamento sicuro per le malattie cardiache e che possa essere somministrato a uomini che soffrono di ispessimento del muscolo cardiaco e di insufficienza cardiaca in stadio precoce. A tale riguardo, presso il laboratorio di Metabolomica dell’ateneo della Tuscia sono statI condotti, in collaborazione con l’istituto di Endocrinologia dell'università della Sapienza, studi su cellule HL1 per comprenderne meglio i meccanismi molecolari che stanno alla base di queste affermazioni e dei possibili effetti benefici del viagra sul cuore.
I risultati sono recentemente pubblicati su una prestigiosa rivista americana ''Biochemical Pharmacology'' da F. Gevi, F. Campolo, F. Naro e L. Zolla ''The cardioprotective effect of sildenafil is mediated by the activation of malate dehydrogenase and an increase in the malate-aspartate shuttle in cardiomyocytes''. I risultati dell'analisi hanno mostrato che il trattamento di cellule miocardiche e cuori di pollo con il Sildenafil induce l’attivazione di un enzima chiamato malato deidrogenasi il quale a sua volta è coinvolto in un meccanismo di trasporto (shuttle) di due importanti metaboliti l'aspartato ed il malato. L’attivazione di tale shuttle permette al cuore di utilizzare al meglio l’energia liberata dal glucosio in soggetti ischemici o comunque in un cuore in condizioni di carenza di ossigeno, come un cuore sotto sforzo.
Lo studio è stato possibile effettuarlo grazie alla presenza nel laboratorio del professor Lello Zolla, ordinario di Biologia molecolare presso l’Università degli studi della Tuscia, di strumenti altamente sofisticati spettrometri di massa che sono in grado di identificare ciascuna piccola molecola, come i metaboliti, all'interno delle cellule e di misurarne la concentrazione relativa. Le analisi hanno permesso di rivelare l’aumento di certi metaboliti dopo trattamento e quindi l’ipotesi di una attivazione dello shuttle. Aver capito il meccanismo molecolare del sildenafil apre prospettive nel settore farmaceutico su un suo utilizzo clinico. Questo ulteriore effetto del viagra ''solleva anche il povero pensionato a non vergognarsi in farmacia a richiedere una pillola blu, oltre a non fargli fare una brutta figura all’uso, aiutandogli il cuore a sforzi eccessivi da asfisia'' così commentano scherzosamente i ricercatori della Tuscia.