Il Viagra, la pandemia e i farmaci contraffatti
Il Dottor Matteo Gallidabino, ticinese, ci descrive una ricerca internazionale di cui fa parte: «La nostra tecnica può servire per qualsiasi prodotto, anche per i tanti presunti medicamenti anti COVID»
Cosa c’entra il Viagra con la pandemia? Niente. Anche se, a ben vedere, un legame c’è. Parliamo di una ricerca internazionale, nella quale viene descritto un approccio nuovo (e rivoluzionario) per l’identificazione dei farmaci contraffatti. Fra cui, appunto, il noto rimedio per la disfunzione erettile. Il farmaco più contraffatto di tutti, proprio così. Allargando il campo, questa tecnica potrebbe tornare utile per intercettare anche i tanti, tantissimi prodotti anti-coronavirus spacciati per miracolosi sul mercato nero. E, proprio per questo, pericolosi. «È un problema globale» ammette Matteo Gallidabino, dottore in scienze forensi e docente presso la Northumbria University di Newcastle. Ticinese, trentacinque anni, Gallidabino ha partecipato alla citata ricerca. Dando il suo contributo